Milan, l’attacco torna sterile nella serata più importante
Il Milan non fa più paura! L’attacco rossonero torna sterile nella serata più importante. Evidentemente, non può essere solo questione di uomini: la discussione va allargata anche ai concetti tattici espressi su campo.
Le statistiche non raccontano di una netta sconfitta. Infatti, i Rossoneri chiudono il match con un maggior possesso palla, soprattutto durante il primo e la prima fase del secondo tempo, un maggior numero di tiri verso la porta (11-6) e con un maggior numero di calci d’angolo (6-5). Risultato finale: Inter batte Milan 3-0. Come ci spieghiamo questo risultato?
A veder il solo risultato finale, sembra che la partita sia stata a senso unico a favore dei Neroazzurri. In realtà, le statistiche, e non solo, raccontano di un Milan a tratti padrone del campo, piuttosto volitivo e centrato che sciorina buon calcio fino alla trequarti avversaria.
L’involuzione più preoccupante sta nella proposizione delle trame offensive: non parliamo più di un Milan ad alta rotazione, in grado di ribaltare l’azione in una frazione di secondo, ma di una squadra, che a causa di una gestione palla molto “personale”, arriva all’area di rigore avversaria molto lentamente.
Non dobbiamo, quindi, commettere l’errore di ragionare sul singolo, ma è necessario fare le dovute valutazioni, in senso critico, sull’intero reparto offensivo. Leao, che pure è stato tra i migliori, funziona sempre più spesso a fasi alterne. Saelemaekers e, poi, Messias sono apparsi completamente avulsi dalla manovra rossonera. Kessie, lì in mezzo da finto 10, è un’anima vagante e Giroud, pertanto, un’anima persa.
È emblematico che l’unico gol, ingiustamente annullato, sia arrivato da un tiro di Bennacer effettuato dal limite dell’area. È altrettanto sconcertante che, una squadra come il Milan, non sia in grado di rendersi pericolosa sui calci piazzati. Insomma, le valutazioni non saranno facili per Mister Pioli, che, da far suo, dovrà gioco-forza trovare delle soluzioni a questo assopimento offensivo.
