Milan, la beffa Champions come occasione di crescita

Milan, la beffa Champions come occasione di crescita

Sembrava la notte del Milan, una notte da vecchio Milan europeo. La squadra di Pioli, spinta dal boato di San Siro, ha annichilito, in una mezz’ora all’insegna di tecnica, aggressività, ritmo, e corsa, l’Atletico Madrid campione di Spagna. Sembrava una serata perfetta, ma intorno al minuto 29 l’incantesimo si è improvvisamente rotto: Kessié, già ammonito nelle fasi iniziali del match, entra con eccessiva foga, e in ritardo, su Llorente, vedendosi sventolare davanti agli occhi il secondo cartellino giallo e il conseguente rosso. Una decisione probabilmente fin troppo fiscale da parte dell’arbitro Çakır, ma dovuta allo stesso tempo alla grave ingenuità del centrocampista ivoriano. Da lì, l’inerzia della partita è inevitabilmente cambiata fino ad arrivare alla più atroce delle beffe, il rigore (inesistente) dell’1-2 trasformato da Suarez al minuto 97, ma la prestazione della squadra di Pioli resta, e i segnali di crescita da parte della squadra sono evidenti.

Milan, ottimi segnali in vista del campionato

Nella serata di gala di San Siro i trentacinquemila tifosi presenti hanno assistito, per mezz’ora, ad una prestazione da Champions League, con i giocatori rossoneri in campo quasi a voler rispondere allo striscione da brivido “AC Milan is back” presente in curva. Spinta dal suo stadio, la squadra di Pioli ha messo alle corde l’Atletico, anche grazie, se vogliamo, alle caratteristiche proprie della squadra di Simeone: non solo grande qualità e velocità nel palleggio, ma anche intensità e aggressività. La netta superiorità del Milan, riassunta attraverso la precisione chirurgica di Tomori, la distribuzione veloce del pallone da parte di Bennacer, gli incontenibili strappi di Leao, e la tecnica sopraffina di Diaz, probabilmente il migliore in campo, viene legittimata al minuto 20: dopo una clamorosa occasione capitata sui piedi di Rebic, che lanciato da Diaz ha sprecato malamente a tu per tu con Oblak, sull’azione nata dal calcio d’angolo successivo Diaz, sempre lui, ha servito in area Leao, che con un destro chirurgico ha trafitto il portiere avversario. L’Atletico era in grandissima difficoltà e non sembrava dare segnali di reazione, ma qualche minuto dopo arriverà l’episodio di cui detto sopra, che cambierà inevitabilmente le carte in tavola.

Con Kessié fuori e con un’ora intera da giocare con un uomo in meno, Pioli ha deciso di sacrificare Rebic mandando in campo Tonali, e da lì, fatta eccezione per una giocata sontuosa di Leao, in posizione regolare e autore di una rovesciata finita sulla traversa, il pallino del gioco è finito per forza di cose nelle mani dell’Atletico Madrid, che col passare dei minuti ha guadagnato sempre più campo. Con il primo tempo chiusosi con un’ottima occasione capitata sui piedi di Suarez, nella ripresa Simeone ha approfittato della superiorità numerica inserendo anche De Paul e Griezmann, mentre Pioli ha cercato di coprirsi ulteriormente con l’ingresso di Ballo Touré al posto di Diaz e con quello di Giroud al posto di Leao. Con il centravanti francese finito troppo presto isolato davanti, l’Atletico ha pressato sempre di più, e la resistenza del Milan, nonostante altre forze fresche come Kalulu e Florenzi, è alla fine crollata, prima con il bel gol di Griezmann, che al volo di sinistro ha battuto un incolpevole Maignan, e poi con il rigore clamorosamente inventato dall’arbitro.

Il Milan resta quindi ultimo nel girone con zero punti e l’obiettivo del passaggio del turno è ora più complicato che mai, motivo per cui dalle prossime due sfide contro il Porto dovranno necessariamente arrivare 6 punti. L’obiettivo dei rossoneri è però quello di un pronto riscatto, anche perché domenica arriverà il fondamentale impegno di campionato in casa dell’Atalanta, ultima gara prima della sosta per le nazionali. Il Milan è pronto, e l’ingiusta sconfitta di ieri non basta di certo a ridimensionare le ambizioni rossonere.

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Francesco Basso