Calhanoglu e Tomori, le due facce del Milan: delusione e riscatto

Contro il Napoli le prestazioni di Calhanoglu e Tomori hanno evidenziato un Milan a due facce: delusione e voglia di riscatto.
Ieri sera rossoneri sono usciti da San Siro sconfitti sia sul piano fisico, sia su piano tecnico, contro un Napoli che giocava di verticalizzazioni.
Forse si potrebbe trovare come nota positiva l’aver incassato un sol gol nell’arco dei 90′. Sulla rete di Politano l’errore non parte nemmeno dalla difesa, bensì da una palla persa a centrocampo.
Infatti se c’è qualcosa che ha funzionato ieri sera è stato prima di tutto il reparto mediano, proprio dove il gioco si costruisce.
In maniera particolare si è visto sottotono un giocatore da cui ci si aspetterebbe un qualcosina in più, visto che fino a un mesetto fa ci aveva abituati a certe delizie, tanto da raggiungere il primato in campionato per assist vincenti. Stiamo parlando di Calhanoglu. Ieri sera il turco era schierato fra i titolari dopo un breve periodo in infermeria.
Non si pretendeva certo la partita della vita, ma contro il Napoli non ha mostrato per niente uno straccio di grinta. Pure Pioli lo ha notato e ha pensato bene di sostituirlo al ’60. Non a caso si è beccato un’insufficienza nelle pagelle del match. Al ritorno di Europa League non ci si può permettere un’altra prestazione così.
Spostandoci sulla retroguardia rossonera, l’assenza di Kjaer si è certamente notata, ma bisogna pure elogiare un giovane tanto bersagliato dai tifosi dopo la partita all’Old Trafford, ma che è stato autore di interventi utili contro i partenopei: Tomori.
L’ex Chelsea si è preso un 6,5 nel pagellino, il voto più alto. Rispetto ai suoi compagni è il migliore in campo, riuscendo a sopperire alle mancanze di Romagnoli e Kjaer. Nel primo tempo riesce a chiudere in area su un tiro di Mertens. Viene confermato da Pioli pure nel secondo tempo, in cui gioca discretamente. Continuando così avrà buone probabilità di riscattarsi anche contro il Manchester, smentendo chi lo ha criticato.
Ieri sera Calhanoglu e Tomori sono stati gli emblemi di un Milan a due facce.
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