Kessiè, il mondo capovolto: da sacrificabile a Presidente

Il calcio è strano, lo sappiamo. E sappiamo anche che le opinioni e le valutazioni possono variare in maniera schizzofrenica. La storia di Frank Kessiè al Milan ricalca tutto questo. Una partenza in sordina e una crescita che ad oggi lo ha reso uno dei giocatori fondamentali dello scacchiere tattico rossonero.
DA SACRIFICABILE A INSOSTITUIBUILE
Eppure c’è una data che poteva essere il capolinea della storia tra l’ivoriano e il Milan: 17 marzo 2019. Si gioca il derby della Madonnina, decisivo per la qualificazione in Champions League: Kessiè, sostituito dopo una partita sottotono, arriva alle mani con Lucas Biglia in panchina. La scena fa subito il giro di tutte le televisioni e diventa il simbolo della sconfitta dei rossoneri nella stracittadina. L’estate seguente in molti lo additavano come “uomo plusvalenza”, con il Wolverhampton molto interessato a lui. Il Milan però sparò alto e alla fine gli inglesi si ritirarono, per l’insoddisfazione di molti tifosi che non si sarebbero di certo stracciati le vesti, in quel momento, in caso di cessione.
Il breve interregno di Giampaolo sembrò confermare quanto visto nelle prime due stagioni rossonere del classe ’96: giocatore generoso, tanta corsa, ma troppa poca lucidità nei momenti decisivi. L’arrivo di Pioli, però, ha stravolto tutto e il centrocampista, partita dopo partita, ha iniziato a conquistare sempre più importanza all’interno della squadra. Una crescita che ha influenzato positivamente le prestazioni del Milan e l’ha trascinato ai vertici della Serie A, come non accadeva da troppo tempo.
LA CONSACRAZIONE SU UN GRANDE PALCOSCENICO E L’IMPORTANZA DI MASSIMO DRAGO
Ieri sera, all’Old Trafford, è arrivata l’ennesima conferma di come il numero 79 rossonero sia ormai diventato un giocatore totale: onnipresente sul campo, prezioso in entrambe le fasi e anche un cecchino dal dischetto. Ciò che salta all’occhio è anche il dato sulle presenze stagionali: 37 su 40, il più utilizzato tra tutti i calciatori rossoneri. Il Milan ha trovato la sua diga, presente e futura. E chissà se al “Presidente”, come lo ribattezzano scherzosamente i suoi compagni per aver posteggiato la sua auto nel posto riservato a Ivan Gazidis prima di un allenamento, non possa essere anche consegnata la fascia di capitano in futuro. La leadership e il carisma sicuramente non mancano, come non manca la voglia di non arrendersi di fronte alle difficoltà.
Come quando, nell’estate del 2015, era fuori rosa nell’Atalanta e si trasferì in prestito al Cesena. A quei tempi il suo ruolo era quello di difensore centrale, ma l’allora tecnico dei romagnoli Massimo Drago intuì le sue potenzialità da centrocampista e iniziò la sua trasformazione che l’ha portato, oggi, a diventare il “Presidente” indiscusso del centrocampo rossonero. Perchè sì, da quel momento il mondo per Frank si è capovolto, portandolo dall’essere un esubero a diventare uno dei top centrocampisti sulla scena europea. NON MALE, MR PRESIDENT!