Allegri: “La partita di domani è molto più importante per il Milan. Chiesa? Vediamo…”

Allegri: “La partita di domani è molto più importante per il Milan. Chiesa? Vediamo…”

Massimiliano Allegri ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Juventus – Milan.

Ecco le parole del tecnico bianconero:

Che gara si aspetta domani?

È sempre uno Juventus-Milan una delle più importanti partite del campionato se non la più importante. Il Milan sta giocando molto bene da un anno e hanno elle certezze importanti. Noi stiamo crescendo e sono 7-8 giorni che siamo tutti insieme. La partita di domani è molto più importante per loro che per noi”.

Chi giocherà in difesa?

“Ho un dubbio sia in difesa sia a centrocampo e anche in attacco. Abbiamo tante partite e bisogna gestire le forze. È importante che tutti siano pronti a giocare sia dal primo minuto che a gara in corso perché con i cinque cambi tutti sono importanti”.

Come sta Chiesa? Dove può rendere meglio?

“Chiesa è uno dei dubbi che ho in avanti. Federico rende molto di più a destra, mentre davanti ha bisogno di giocare con una punta fisica. A sinistra ha delle qualità importanti per entrare dentro il campo e calciare verso la porta. Sta crescendo ma deve migliorare ancora in altre cose”.

Che importanza ha questa partita? Con Ibra aumenta ancora questa importanza?

“Ho avuto la fortuna di allenare Ibra ed è ancora un giocatore molto importante. Il primo bilancio di questa stagione lo faremo a novembre dopo che sono state giocate un paio di partite in più e credo che saremo in una posizione diversa”.

C’è una squadra favorita per la vittoria del campionato?

“Secondo me non c’è una squadra che può dominare il campionato. Fai presto sia a perdere punti che a recuperarli. Noi dobbiamo continuare a lavorare cercando di recuperare il terreno che abbiamo perso ad inizio campionato, vediamo domani sera cosa siamo in grado di fare. Sicuramente faremo una bella partita, poi il risultato vedremo. Ora dopo Malmo non è che siamo diventati fenomeni come prima non eravamo scarsi, ci vuole equilibrio e desiderio di essere i migliori”.

Perché è più importante per il Milan piuttosto che per voi?

“Questo dovete scoprirlo voi”.

Sta facendo più lo psicologo che l’allenatore?

“In questo momento devo martellare più sul fattore psicologico. La Juventus deve lavorare per vincere il campionato non per vincere le partite. Serve la continuità e alla fine vincerà il campionato chi avrà dimostrato di essere la migliore”.

Ci spiega il centrocampo storto?

“Il centrocampo è sempre stato cosi. È una questione di caratteristiche dei giocatori perché è normale che Rabiot ha caratteristiche diverse rispetto a quelle di Cuadrado e Chiesa”.

Che periodo sta attraversando De Ligt?

De Ligt ha 22 anni ed è un giocatore molto bravo. Quando è arrivato alla Juventus aveva 20 anni, è stato pagato tanto e dopo che è arrivato qui qualcuno l’ha descritto come futuro pallone d’oro. Ci vuole calma, la maglia della Juve pesa. È un ragazzo giovane con delle caratteristiche importante che sta attraversando un percorso normale. De Ligt è un giocatore giovane molto bravo che ha caratteristiche per giocare tanti anni alla Juventus e non dipende da una partita sola”.

Chiellini gioca?

“Ho un dubbio sui tre centrali uno di questi non gioca. Rugani invece è una sorpresa di questa stagione perché si sta allenando con un piglio diverso, questo non significa che debba giocare domani. Domani uno tra Chiellini, Bonucci e De Ligt non gioca a meno che non si giochi con i tre centrali”.

Credeva di trovare una Juve con più responsabilità?

“Ho trovato una Juventus con giocatori diversi. Quello che dobbiamo fare è non paragonare la Juve di ora a quella del passato. Questa ha una sua identità, bisogna migliorare tante cose per arrivare ad essere una squadra. È una Juve diversa”.

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Luigi Mazziotti

Sono Luigi Mazziotti e sono un laureato in Scienze della Comunicazione. Da sempre sono appassionato di calcio e di telecronache, tanto che fin da bambino, toglievo l'audio ai videogame per fare io la telecronaca. Da sempre ligio al lavoro sogno che la mia passione diventi il mio lavoro