Milan, Messias: “Qui mi sto trovando benissimo”

Milan, Messias: “Qui mi sto trovando benissimo”

Nella giornata di ieri, Junior Messias ha parlato ai microfoni di Milan Tv dei suoi primi giorni in maglia rossonera. L’ultimo colpo estivo della dirigenza milanista si è soffermato sui suoi primi allenamenti a Milanello, non mancando di rivelare alcuni aneddoti e curiosità sul suo conto.

Messias: “Quando penso al Milan penso alla storia, lavorare con Pioli e Ibra un piacere”

Junior Messias, a Milan Tv, ha parlato prima di tutto dei suoi primi giorni a Milano e dell’ambientamento nel centro sportivo di Milanello: “A Milano mi sto trovando benissimo. Ora sto cercando casa, vedo dove è più comodo per la mia famiglia. Sono felice che siano qui, sono un grandissimo supporto per me. L’arrivo a Milanello è stato molto bello. Il Centro Sportivo è importante e attrezzato, lavorare col mister e con Ibra è un piacere. Penso a Dida, penso ai brasiliani che hanno giocato qua rivoluzionando il calcio. Al direttore Maldini che è una leggenda. Quando penso al Milan penso alla storia. L’anno scorso ho fatto un’intervista e ho capito di essere diventato un calciatore quando, dovendo studiare gli avversari, ho trovato un video sul Milan“. E riguardo poi al Crotone, squadra con cui ha esordito in Serie A: “Crotone mi ha cambiato la vita. Ho giocato in categorie superiori, ho trovato un allenatore bravo come Stroppa che mi ha fatto crescere tanto, ho trovato una famiglia. Dopo 5 anni, partire dall’Eccellenza alla Serie A non è una cosa normale. Ho pensato, nonostante i miei 29 anni, di poter crescere ancora. Ci tengo molto al calcio, lo sport per me è importantissimo; cerco sempre di migliorare, ogni giorno punto a dare il massimo. Devi sacrificarti, non puoi aspettare sul divano che qualcosa arrivi: se la vuoi devi andare a prenderla“.

Il giocatore brasiliano si è poi spostato su alcuni aneddoti del passato e sulla sua vita privata: “Da piccolo il mio soprannome era Mico, è una scimmietta. I miei fratelli hanno iniziato a prendermi in giro, io mi arrabbiavo ma è rimasto il mio soprannome. Il mio ruolo da giovane era l’attaccante esterno, e all’inizio della mia carriera italiana lavoravo andando a fare le consegne“. Si parla poi dell’importanza della fede e della famiglia: “La fede è molto importante per me. Andavo sempre in Chiesa quando ero a Torino, il lunedì andavo a pulire la Chiesa. Ho tanti amici di tante nazioni. Mia moglie è sempre stata il mio appoggio. Quando mi sento solo, abbandonato da tutti, c’è lei che è essenziale. Mi ha sempre abbracciato, mi è sempre stata vicina. Mi ha dato due bambini fantastici: uno ha un’intelligenza fuori dal normale, l’altro è più vivace. Sono un padre che gioca con loro, ma sono anche severo perché voglio insegnargli i valori della vita. Io ho vissuto in modo diverso, loro possono avere tutto quello che vogliono, ma io non glielo dò, altrimenti perdono il gusto di avere le cose“. Infine un pensiero sui sogni: “La cosa principale è studiare. Poi devi credere nei sogni, sacrificarti perché la vita non ti regala niente. Bisogna crederci, andare avanti e mai mollare perché non è mai tardi. Io sono arrivato al Milan a 30 anni. Nella vita tutto è possibile. Ho pensato sempre gradino per gradino e questa è stata la mia forza: quando pensi che non ce la fai dai il doppio di quello che riesci a dare“.

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Francesco Basso