Milan, Maignan: “Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso”

Milan, Maignan: “Sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso”

Il Milan è pronto a ritornare in campo stasera per la sfida casalinga contro il Venezia. Dopo il pareggio sul campo della Juventus, l’obiettivo della squadra di Pioli è quello di tornare alla vittoria per rispondere al 3-1 di ieri sera dell’Inter sul campo della Fiorentina e per raggiungere i nerazzurri a 13 punti, ma a tenere banco in queste ore in casa rossonera è anche il brutto episodio di cui è stato vittima Maignan nel corso del riscaldamento precedente al match di Torino di domenica sera. Si tratta purtroppo dell’ennesimo caso di razzismo, e a farne le spese è stato stavolta l’estremo difensore rossonero, che ha voluto esprimere il suo pensiero attraverso un post su Instagram.

Milan, lo sfogo di Maignan

Il brutto episodio che ha riguardato Maignan, con un tifoso autore di insulti vergognosi rivolti al portiere del Milan, è stato documentato con uno smartphone da uno degli spettatori presenti all’Allianz Stadium e messo in rete, dando luogo ovviamente ad uno sdegno generale. Mentre la Juventus ha annunciato che farà di tutto per individuare il responsabile, Mike ha voluto far sentire la sua voce tramite un post pubblicato su Instagram.

Queste le parole di Maignan: “Domenica sera all’Allianz Stadium i tifosi della Juventus mi hanno preso di mira con insulti e grida razziali. Cosa volete che dica? Che il razzismo è sbagliato e che questi sostenitori sono stupidi? Non si tratta di questo. Non sono né il primo né l’ultimo giocatore a far accadere questo. Finché questi eventi vengono trattati come “incidenti isolati” e non viene intrapresa alcuna azione globale, la storia è destinata a ripetersi ancora e ancora e ancora. Faccio parte di un club impegnato nella lotta contro ogni discriminazione ma bisogna essere di più e uniti in questa battaglia. Nelle stanze che governano il calcio sanno che certe urla ci relegano al rango di animali? Non sono una “vittima” del razzismo, sono Mike, in piedi, nero e orgoglioso. Finché potremo usare la nostra voce per cambiare le cose, lo faremo“.

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Francesco Basso