In attacco poche alternative di livello: ecco cosa sta mancando al Milan

In attacco poche alternative di livello: ecco cosa sta mancando al Milan

Prosegue la carenza di gol nell’attacco rossonero. Tralasciando l’ultima gara casalinga con il Genoa, dove era parso che il motore della macchina avesse ripreso a girare, era dal match con la Salernitana, infatti, che la squadra rossonera non segnava più di 1 gol a partita. Un problema, questo, evidenziato ulteriormente dal derby, dove ai rossoneri non sono mancate occasioni da gol, ma la mancata concretezza ha portato la squadra a terminare la gara senza varcare la linea di porta nemmeno una volta.

I problemi di questa siccità offensiva sono radicati in profondità. Vanno ricercati, infatti, nel mercato estivo e nel modo in cui è stata costruita la squadra. Va fatta una premessa: Maldini e Massara, complice la politica della sostenibilità intrapresa dal club, hanno dovuto affidarsi esclusivamente alle idee, data la mancanza di fondi da investire per rinforzare la rosa. Nonostante ciò, bisogna dare atto ai due dirigenti di essere riusciti a fare un lavoro magistrale, creando una squadra che in meno di due anni è ai vertici del campionato italiano. Proprio perché il risultato del lavoro, considerando le risorse a disposizione, è eccelso, bisogna andare a ricercare con grande accuratezza dove giacciono i problemi di fondo.

L’Esterno Sinistro

La trequarti rossonera, nonostante un rendimento di buon livello nella prima parte di stagione, adesso sta dimostrando tutti i suoi limiti. A partire dalla fascia sinistra, il duo Leao-Rebic ha mostrato alcune lacune. Per quanto concerne il portoghese, ha manifestato di non avere ancora nelle sue corde la continuità dei trascinatori. Il rendimento altalenante ha cosi’ dimostrato che il numero 17 non può giocare tutte le partite, e che un sostituto di livello sarebbe una prerogativa. Proprio questo, infatti, doveva essere compito di Ante alternarsi con Leao. Ma, a conti fatti, non e’ andata cosi’. Il croato, dati i tanti infortuni subiti quest’anno, ha giocato solo 755 minuti, sparsi in 20 partite: una media di 37,75 minuti a partita. Troppo poco, per un giocatore che ad inizio anno era considerato una pedina fondamentale all’interno degli schemi di Pioli.

Il Trequartista

Per quanto riguarda il trequartista, la mancata sostituzione di Calhanoglu è stata, probabilmente, la scelta più azzardata da parte di Massara e Maldini. I due dirigenti, pensando e sperando in un possibile salto di qualità di Brahim Diaz, hanno unicamente deciso di prolungare il suo prestito, responsabilizzandolo con la maglia numero 10. Scelta, questa, che è risultata eccessivamente azzardata, con il nativo di Malaga che non è riuscito ad imporsi: il suo ultimo gol risale al 25 settembra 2021, in occasione della gara contro lo Spezia. Questo ha portato mister Pioli a dover cercare soluzioni alternative, come l’avanzamento di Kessie, che ha dato risultati poco convincenti.

L’Esterno Destro

La nota più dolente della stagione, però, arriva dalla fascia destra. Il tandem composto da Saelemaekers e Messias non ha mai dato una resa sufficiente, per essere quello della prima in classifica. Da una parte Alexis, il cui solo gol messo a segno denota una grande insufficienza sottoporta, per un giocatore sempre schierato in fase offensiva. Dall’altra parte, le prestazioni del brasiliano sono spesso risultate insufficienti o non appropriate per una squadra che dovrebbe lottare per vincere il tricolore. In merito alla punta, Ibrahimovic a 41 anni non poteva essere il perno su cui si poggiava la squadra, e questo si sapeva già dallo scorso anno. Proprio per questo motivo, la scorsa estate Giroud e’ sbarcato a Milano, che pero’ si e’ trovato a ricoprire un ruolo da protagonista che nemmeno lui si aspettava.

Toccherà a Pioli cercare di arginare le lacune mostrate dall’attacco rossonero in questo finale di stagione, considerando che l’obiettivo preposto dalla società all’inizio della competizione dista cinque passi: lo scudetto.

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Nicholas Lori