Imparare a condurre per vincere lo Scudetto

Imparare a condurre per vincere lo Scudetto

Vincere lo scudetto sarebbe un’impresa storica, quasi impensabile all’inizio della stagione. Per rendere questa speranza realtà sarà necessario giocare le prossime quattro partite con il massimo dell’impegno e della concentrazione. Il Milan, allo stato attuale, ha la possibilità di essere padrone del proprio destino: con 10 punti sarebbe aritmeticamente campione, a prescindere dai risultati dei cugini. Quattro partite, tre vittorie e un pareggio. Non si chiede altro.

“Essere padrone del proprio destino”: molti hanno usato questa frase per descrivere il campionato di Pioli e compagni in passato. Appena un mese fa, il Milan si apprestava alla sfida casalinga con il Bologna forte di un netto +6 sulle avversarie. Il triste 0-0 (ripetuto una settimana dopo a Torino) fornì l’immagine di una squadra più brava a inseguire che a condurre. Ci mostrò come una squadra incapace di mantenere i risultati ottenuti, di gestire la pressione di essere più avanti di tutti, sciogliendosi come neve al sole.
Al contrario, tutte le volte che i rossoneri si sono trovati a dover compiere un’autentica impresa per non soccombere non hanno mai fallito. È successo nel derby vinto 2-1 (che, altrimenti, avrebbe fatto scappare l’Inter troppo avanti in classifica), nel successivo 1-0 al Maradona e infine domenica sera, nella rimonta contro la Lazio.
Quando il Milan viene visto come sfavorito, a un passo dal fallimento, è sempre riuscito a restare a galla.
In seguito al catastrofico errore di Radu, però, torna ad essere il candidato più vicino a vincere lo scudetto.
C’è una seconda possibilità, dunque, ed è necessario sfruttarla.

Riuscirà Pioli a restare in vetta fino alla fine? Leao dimostrerà il suo valore nel momento più importante della stagione? Ibrahimovic infonderà nei compagni ancora una volta il suo DNA vincente? E, soprattutto, riuscirà questa volta il Milan a condurre e non più a inseguire?
La vittoria dello scudetto passerà, inevitabilmente, attraverso la gestione di queste pressioni.

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Andrea Roderi