Super League: la fine del merito sportivo

Milan, Inter e Juventus hanno annunciato nella notte la volontà di creare, assieme ad altri 9 top club europei, la Super League. Il mondo del calcio é nel caos. È la fine della meritocrazia sportiva
Dodici dei top club europei hanno comunicato nella notte la decisione di fondare la European Super League. Una lega esclusiva alle società calcistiche più rinomate e ricche del panorama europeo e di conseguenza mondiale. Tra le fondatrici, oltre alle sei sorelle inglesi (Manchester United, Liverpool, Manchester City, Chelsea, Arsenal e Tottenham) e alle tre big spagnole (Real Madrid, Barcelona e Atletico Madrid) ci sono anche le tre grandi compagini del campionato italiano Milan, Inter e Juventus. Negli ultimi anni sono spesso trapelate voci sulla volontà di queste squadre di creare una competizione che fosse più al passo coi tempi.
La formula attuale della massima competizione per club europei, la Champions League, non è attrattiva come quella dell’NBA, soprattutto tra le nuove generazioni. La lega americana infatti fattura circa il doppio rispetto al torneo della Uefa pur avendo solo 300 milioni di seguaci in confronto ai circa 3 miliardi del calcio. L’idea è dunque quella di riacquisire fascino facendo affrontare le squadre più seguite al mondo più frequentemente.
Non appena sono usciti i comunicati ufficiali da parte del Real Madrid il mondo dei social si é scatenato. Sono già innumerevoli le opinioni di ex campioni del mondo calcistico, opinionisti e soprattutto di dirigenti tutt’oggi attivi. Le varie leghe nazionali si sono affiancate al pensiero della Fifa e dell’Uefa minacciando l’esclusione dei club aderenti al progetto Super League. Addirittura Hellas Verona, Atalanta e Cagliari hanno votato a favore dell’esclusione dalla Serie A di Milan, Inter e Juventus durante il consiglio di Lega straordinario convocato d’urgenza dopo la notizia.
La formula che consente la partecipazione a questo super torneo tiene poco conto del merito sportivo. Sono previste infatti 15 partecipanti che non possono retrocedere a prescindere dal posizionamento nel proprio girone e cinque fortunate società che potranno partecipare solo su invito. È chiara la mancanza di meritocrazia sportiva seguendo questa linea guida, molti l’hanno già definita la morte del calcio e la vittoria del capitalismo.
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