Milan, la cooperativa del gol

Milan, la cooperativa del gol

Il Milan rappresenta un’idea di calcio post-moderno davvero difficile da decifrare. I sofisti del pallone, permeati da pregiudizi, hanno elaborato opinioni definitive senza considerare tutte le variabili. Infatti, il calcio non è governato da leggi assolute, verificabili con metodi sperimentali, non è una “scienza assoluta”. Questo è il motivo per il quale il calcio è uno degli sport più amati al mondo.

Succede poi, che a minare le fondamenta delle valutazioni sofiste, ci sia lui: Stefano Pioli. La cultura del lavoro, del sacrificio, del gruppo sono l’architrave su cui poggia l’intera idea di calcio rossonero.  Proprio Stefano Pioli, arrivato a Milanello tra dubbi e polemiche, ha costruito una macchina quasi perfetta: composta da talento ed idee.

Il Milan è la dimostrazione più evidente del fatto che: “tutto ciò che sembra impossibile, sembra tale, finchè non viene fatto” (Cit.).

Se la base di partenza della valutazione positiva dei Rossoneri è il gruppo, dobbiamo anche considerare la generalizzata bassa stima nei confronti del comparto offensivo del Milan. Sebbene, siamo tutti concordi sul fatto che in alcuni settori del campo si possa migliorare l’efficienza tecnica, dobbiamo essere altrettanto consapevoli che il Milan non possa prescindere dall’effetto “gruppo-squadra”.

In termini numerici e statistici, oggi, il Milan è il quarto migliore attacco della serie A: Inter 71 reti realizzate, Lazio 66, Napoli 61, Milan 60. Ciò che stupisce è la valutazione statistica dei singoli attaccanti. Se per Inter (Lautaro 16 reti e Dzeko 13) e Lazio (Immobile 26 reti) l’impatto degli attaccanti copre circa il 40% dei gol totali, per il Milan (Giroud 9 reti e Ibra 8) solo il 29%.  Quindi, come si spiega la buona vena realizzativa dei Rossoneri?

È semplice: il Milan è una squadra totale. Ai sopraccitati Ibra e Giroud, bisogna aggiungere: Leao (9 reti), Junior Messias e Kessie (5), Theo Hernandez (4), Sandro Tonali e Brahim Diaz (3), Davide Calabria, Bennacer e Ante Rebic (2), Florenzi, Romagnoli, Kalulu, Alexis Saelemaekers, Daniel Maldini (1). Il Milan ha mandato in rete ben 16 calciatori.

In un Campionato come quello italiano è un fattore rilevante! Nella storia, poche volte il capocannoniere ha portato la propria squadra alla vittoria dello scudetto. La Juventus è la squadra che più volte ha conquistato il titolo avendo in rosa il capocannoniere, ma è accaduto solo 7 volte su 36 (38 per i tifosi bianconeri), un numero comunque molto basso considerando la mole di titoli vinti.

Oltre all’elevato numero di realizzatori, è spesso la stessa imprevedibilità dettata dall’idea del calcio rossonero che porta gli avversari a snaturare il proprio gioco. Non è un caso che nelle ultime 7 partite di campionato il Milan abbia subito solo una rete (Lazio – Milan 1-2), chiudendo con 6 clean-sheet e 540’ di imbattibilità. Il Milan, quando è in condizione, è una squadra difficile da affrontare.

Nei big match il Milan è la squadra che ha totalizzato più punti in assoluto: 21! Insomma, il Milan è fatto di sostanza e materia. Dettagli che potrebbero consolidare l’avvento di Ivenstcorp; atto finale confacente ad un Milan vincente.

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Giuseppe Pintus