Tonali, da top a flop il passo è corto: l’ultima vittima della frenesia italiana

Da colpo maestro del mercato estivo, a flop di stagione: è incredibile come sia cambiato il mondo attorno a Sandro Tonali negli ultimi mesi. A settembre, lo scippo all’Inter, l’evidente passione rossonera del ragazzo, la letterina del piccolo Sandrino a Santa Lucia, e la chiamata a Gattuso per chiedere il permesso di indossare la numero 8, avevano riservato all’ex Brescia un posto speciale nel cuore di ogni tifoso. Ma si sa, l’atrio di un ultras, è un luogo caldo e pieno d’amore, col piccolo difetto però, che troppo spesso ti butta fuori con la stessa facilità con cui ti ha fatto entrare.
Così una serie di prestazioni, quanto meno, non convincenti da parte del talentino di Lodi, misto alle 35 milioni di aspettative che si portava dietro da Brescia, hanno smorzato presto l’entusiasmo. E con la pausa nazionali, se possibile, i malumori sono anche aumentati. L’espulsione rimediata ieri, al debutto all’Europeo con gli azzurrini infatti, non è passata inosservata sotto gli occhi attenti dei tifosi. Che ora -in parte e non tutti questo va detto- iniziano a chiedersi se il suo sia stato davvero un acquisto azzeccato.
Volendo cercare la polemica obbligatoria, si potrebbe discutere se sia stato giusto o meno investire tutte le risorse, o quasi, in quel reparto. Quando, al momento del suo acquisto, la difesa deficitava in modo evidente di uomini, e le fasce avrebbero avuto bisogno di un aumento di qualità. Per mettere in discussione il valore del ragazzo però, è decisamente troppo presto. Ma nel calcio, soprattutto in Italia, è così: dalle stelle alle stalle il passo è breve. Una follia visto quante volte, la pazienza si è rivelata un’arma vincente (vedi Kessie).
Insomma c’è sempre da tenere conto, che si sta parando di un ragazzo di 20 anni, alla prima esperienza in una grande squadra. L’altro enfant prodige dello scorso campionato, Kulusevski, non è che finora abbia fatto così tante faville all’ombra della Mole. Eppure, per lui come per Tonali, il talento non può essere messo in discussione. Così come la scelta di portarli dalla propria parte il prima possibile, anche al fronte di prezzi che oggi potrebbero sembrare esagerati, ma che domani, chissà, potrebbero trasformarsi in irrisori. E poi senza andare troppo lontano, basta allungare il collo dall’altra parte del Naviglio, per ammirare i risultati della pazienza. L’esempio è chiaro, con tanto di nome e cognome: Christian Eriksen. E già che siamo dai cugini, perchè non chiedergli se vent’anni fa, è stata una mossa azzeccata non credere in un giovane Pirlo…
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