Ibra dice si, Maignan pure, e poi c’è Donnarumma…

Ibra dice si, Maignan pure, e poi c’è Donnarumma…

Il Milan naviga in acque agitate. Il campionato è nel suo momento clou, la Champions ancora tutta da conquistare, e gli ultimi risultati hanno iniettato una buona dose di insicurezza che di certo non aiuta. In più, fuori dal campo, la situazione è in continuo movimento. Ibra ha detto “si” e prolungato il felice matrimonio con il ‘Diavolo’, ma Donnarumma ancora non cede ai corteggiamenti e il Milan nel frattempo ha spostato lo sguardo verso Maignan.


L’unica lieta notizia dell’ultima settimana, probabilmente, è stato il rinnovo di Ibra. Pietra solida alla base di una casa sempre più tormentata dalle bufere rinnovi, e risultati. “Il progetto mi piace, e per la Champions dobbiamo solo crederci…”, ha detto lo svedese dopo aver apposto la firma sul nuovo contratto. E se lo dice lui, verrebbe quasi da fidarsi.


E poi c’è Donnarumma. Riprendendo il nome di un celebre talk show di Sky, spostiamo il pensiero verso Gigio. Se Ibra ha detto “si”, lui continua a dire “forse”. La volontà è di rimanere in rossonero, ma allo stesso tempo anche di guadagnare 10 o più milioni all’anno. Nella partita a scacchi tra Milan e Raiola però, nelle ultime ore, i rossoneri potrebbero aver mosso una nuova pedina. Maldini infatti avrebbe bloccato Maignan, per coprirsi le spalle in caso di fumata grigia con il portierino campano. Insomma il Milan ha un’alternativa a Donnarumma, ma siamo sicuri che sia così anche al contrario? 10 milioni per un portiere è una cifra davvero rara, in Europa i numeri uno che possono vantare un salario così elevato si contano sulle dita di una mano. E se ottenere un’offerta simile sarebbe stato difficile già nell’era pre Covid, figuriamoci ora. Per la prima volta, forse, Raiola dovrebbe chiedersi se è più il Milan ad avere bisogno di Donnarumma, o Donnarumma del Milan.

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Matteo Ponciroli

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