L’espulsione di Rebic? Un’operazione di autolesionismo

Considerare l’espulsione di Rebic come semplice follia è ancora troppo poco. L’ingenuità del giocatore è un vero e proprio autolesionismo.
Al 60′ di Milan-Napoli Pioli decide di schierare in campo Rebic, tornato disponibile dopo un infortunio all’anca. Scelta che sembra azzeccata, visto che il croato è presente su molti palloni.
Poi una frase di troppo all’arbitro, che rovina tutto. Finisce così la partita dell’attaccante. Ripeto: “attaccante“. Bisogna ricordare in questi momenti il ruolo di un calciatore quando si parla del Milan. Infatti altro che semplice follia: l’espulsione di Rebic è vero e proprio autolesionismo. Guadagnandosi una sanzione del genere ha recato danno a sè stesso ma non solo.
Il povero Pioli sta gestendo anche egregiamente un’emergenza, manco a dirlo, quella degli attaccanti. Con le assenze di Ibrahimovic, Mandzukic e Maldini, il ritorno di Rebic doveva fare da contraltare a questa situazione. Invece, altro fardello.
Dalle parole del tecnico del Milan trapela il timore di dover fare a meno di lui:
“L’espulsione di Rebic sono situazioni che non devono accadere perché l’abbiamo pagato negli ultimi minuti e magari lo pagheremo nelle prossime partite per le giornate di squalifica”.
Pioli intervistato da Milan TV nel post-partita Milan-Napoli
Al prossima turno ci sarà la Fiorentina e successivamente la Sampdoria. Ora bisogna attendere la decisione del giudice sportivo, ma l’insulto rivolto all’arbitro è troppo pesante per passare inosservato.
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