Il Milan ritrova un Inzaghi diverso da quello del 2014

Il Milan ritrova un Inzaghi diverso da quello del 2014

Benevento-Milan è senza dubbio la partita di Filippo Inzaghi. Lo stesso allenatore dei sanniti, nella conferenza stampa di oggi, ha ammesso che per lui il match di domani è diverso rispetto agli altri, sulla falsariga dello scontro col fratello di poche settimane fa.

Inzaghi, oltre ad essere stato una leggenda del Milan da calciatore, ha anche allenato la squadra rossonera nel 2014/2015. Berlusconi l’aveva scelto dopo gli ottimi risultati ottenuti con gli Allievi e con la Primavera del Diavolo. L’esperienza da tecnico del Milan, nonostante un inizio promettente, non portò i risultati sperati con la squadra che terminò il campionato al decimo posto.

A quel punto l’ex numero 9 venne etichettato da molti come “non adatto ad allenare”. Così, per smentire queste voci, Inzaghi decise di fare la famosa gavetta ripartendo da Venezia. Qui arrivarono le prime soddisfazioni, con i lagunari riportati in Serie B dopo dodici anni. La stagione seguente fu positiva con il raggiungimento dei playoff. I progressi con gli arancioneroverdi diedero ad Inzaghi un’altra occasione per allenare in Serie A, grazie al Bologna che gli offrì la panchina della squadra per la stagione 2018/2019. La parentesi sotto le Due Torri, però, si rivelerà disastrosa con appena 14 punti raccolti in 21 partite e l’inevitabile esonero.

Per molti questo epilogo poteva essere una mazzata, ma Pippo è abituato sin da giocatore a non perdersi d’animo e scende ancora una volta di categoria per guadagnarsi la Serie A sul campo. Il Benevento punta su di lui per ritornare nella massima serie e Inzaghi risponde presente, trascinando la Strega alla promozione con sette giornate d’anticipo (eguagliato il record dell’Ascoli ’77/’78). L’attuale decimo posto in classifica occupato dal Benevento in questa Serie A dimostra come Pippo abbia imparato dai suoi errori con il Milan e con il Bologna, dimostrandosi un allenatore più maturo e pragmatico.

Domani, quando uscirà dal tunnel degli spogliatoi, Inzaghi vedrà passarsi davanti i ricordi più belli della sua carriera da calciatore. Poi, per 90 minuti, entrambi cercheranno di prevalere l’uno sull’altro. A fine partita, però, Inzaghi e il Milan torneranno ad essere un’entità unica, come quel 23 maggio del 2007.

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Fabrizio Febi